DALL’EUROPA DEGLI STATI ALL’EUROPA DEI CITTADINI Conferenza-dibattito: venerdì 10 gennaio 2014 – ore 19:30 Relatori: Dr. Gaetano Donà e Avv. Wilma Viscardini L’Unione europea suscita molte critiche, anche tra i Lions che pure dovrebberoessere tra i suoi principali sostenitori poiché rappresenta un esempio concreto diquell’amicizia tra i popoli che è negli scopi statutari lionistici. Non è corretto però attribuire ad un presunto strapotere dell’Unione europea o a taluni Stati membri la difficile situazione economica e sociale che stiamo vivendo. È vero invece il contrario: l’Unione europea non ha poteri sufficienti per condurreuna politica economica e sociale equa ed efficace. L’Unione è incompiuta: nella situazione attuale l’Unione europea è come una bicicletta senza un pedale. Ha quello doganale e del mercato unico e, in parte, anche quello monetario, ma non ha il secondo pedale, quello economico–fiscale e del lavoro. Sono gli Stati membri -con il determinante sostegno dei cittadini -che devono dotare l’Unione del secondo pedale che permetterà all’Europa di funzionare meglio e proseguire così nella via dell’integrazione fino alla realizzazione degliStati Uniti d’Europa. Solo uniti, infatti, gli Stati europei potranno mantenere relazioni pacifiche, realizzare uno sviluppo economico e sociale equilibrato e contare di più sulla scena mondiale. Obiettivo: 1) gli Stati membri dovrebbero riprendere la costruzione europea che èferma da circa vent’anni 2) i cittadini europei dovrebbero partecipare attivamente alle prossimeelezioni del Parlamento europeo (maggio 2014) perché è in seno alParlamento europeo che essi hanno modo di far sentire la loro voce. Schema I) La costruzione europea avviene con il metodo democratico e si realizza dunque progressivamente (tappa dopo tappa) II) Problemi attuali urgentiOccorre dotare l’Unione europea del “pedale economico-fiscale e del lavoro”, realizzando perciò la cosiddetta “governance economica”. La “governance economica” permetterebbe all’Europa e agli Stati membri di far fronte agli attuali problemi finanziari, economici e sociali. La situazione di crisi, finanziaria ed economica, che si è verificata negli ultimianni a livello mondiale, ha spinto gli Stati a fare alcuni passi in avanti per rafforzare la “governance economica”: A) si è rafforzato, così, innanzitutto il controllo del rispetto dei criteri di Maastricht (che, come noto, prevedono per i Paesi partecipanti all’Euro undeficit di bilancio massimo del 3% del Prodotto interno lordo -il cosiddetto PIL -e un debito pubblico massimo del 60% del PIL). B) sono state poi stabilite altre disposizioni per rafforzare il coordinamento a livello europeo dei bilanci nazionali. I progetti nazionali vanno coordinati a livello europeo. III) Rigore e crescita In Italia si ha tendenza ad attribuire alle troppo rigide regole europee lastagnazione della crescita. Ma non v’è dubbio che l’enorme debito pubblico italiano (che anziché avvicinarsi al 60% del PIL) ha superato il 132% costituisce una palla al piede per il nostro Paese indipendentemente dagli obblighi assunti in sede europea. Sono +/-85 miliardi che l’Italia spende all’anno solo per pagare gli interessi del suo debito, che potrebbero essere impiegati in opere pubbliche, per esempio, con ben maggiore profitto per l’occupazione! E sono solo +/-85 miliardi (ma potrebbero essere molto di più ( +/-160) senon c fosse la politica condotta dalla Banca centrale europea volta a contenerel’inflazione (l’inflazione è attualmente attorno al 2%, mentre, come si ricorderà, negli anni 80, quando non c’era l’Euro e non c’erano i vincoli diMaastricht, l’inflazione in Italia aveva raggiunto un livello che superava il 20%). Per la CRESCITA, è l’Italia che deve curare se stessa, applicando le raccomandazioni europee rimaste finora inascoltate, e cioè: ridurre la spesa pubblica, procedere alla liberalizzazione nei settori protetti, razionalizzare la pubblica amministrazione e migliorare il funzionamentodella giustizia civile. +/-85 miliardi che l’Italia spende all’anno solo per pagare gli interessi del suo debito, che potrebbero essere impiegati in opere pubbliche, per esempio, con ben maggiore profitto per l’occupazione! E sono solo +/-85 miliardi (ma potrebbero essere molto di più ( +/-160) senon c fosse la politica condotta dalla Banca centrale europea volta a contenerel’inflazione (l’inflazione è attualmente attorno al 2%, mentre, come si ricorderà, negli anni 80, quando non c’era l’Euro e non c’erano i vincoli diMaastricht, l’inflazione in Italia aveva raggiunto un livello che superava il 20%). Per la CRESCITA, è l’Italia che deve curare se stessa, applicando le raccomandazioni europee rimaste finora inascoltate, e cioè: ridurre la spesa pubblica, procedere alla liberalizzazione nei settori protetti, razionalizzare la pubblica amministrazione e migliorare il funzionamentodella giustizia civile. IV) Prossime tappe della costruzione europea La costruzione europea deve continuare nei prossimi anni in modo che l’Europa e gli Stati membri possano operare efficacemente per il progressoeconomico e sociale dei 500 milioni di cittadini europei che fanno parte dell’Unione. Non sono ancora state trasferite alla Unione europea tutte le competenze, in particolare quelle attinenti alle politiche economico-fiscale e del lavoro, trasferimento che è necessario perché il mercato unico e l’Unione monetaria possano funzionare correttamente. “Sovranità europea” alla quale partecipa l’ItaliaIl trasferimento di competenze verrebbe effettuato non a favore dell’uno odell’altro Stato membro o di un’autorità estranea, ma dell’Unione europea, che opera attraverso Istituzioni comuni alle quali lo Stato italiano ed i suoi cittadini partecipano a parità di diritti con gli altri Stati. C’è quindi bisogno di più Europa e non di meno Europa se si vuole evitare che alcuni Stati possano prendere il sopravvento. Occorre che gli Stati -soprattutto quelli della Zona euro -concludano nuovi Trattati per attribuire all’Unione europea le competenze necessarie percondurre in comune le seguenti nuove politiche: politica fiscale; politica sociale; politica energetica; politica di difesa; politica dell’immigrazione e politica estera. V) Ruolo dei Lions I Lions italiani, come cittadini italiani ed europei, ed in conformità con i propriscopi statutari, possono avere un ruolo importante nel completamento della costruzione europea. Essi possono infatti sostenere la necessità di una maggiore integrazioneeuropea davanti all’opinione pubblica (che oggi è disorientata a causa diun’informazione distorta e demagogica) ed esercitare appropriate pressioni presso il nostro Governo ed il nostro Parlamento perché ricerchino con determinazione l’accordo degli altri Stati europei per conferire all’Unione europea le competenze senza le quali l’Europa resterebbe incompiuta. I Lions (come gli appartenenti ad altre qualificate Associazioni di volontariato) potrebbero contribuire ad una migliore informazione dell’opinione pubblicaper favorire una importante partecipazione dei cittadini italiani alle prossime elezioni del Parlamento europeo, che avranno luogo nel maggio 2014. Wilma Viscardini Gaetano Donà N.B.: Un articolo più dettagliato è disponibile sul seguente sito: www.lions108ta3.org